Soffro per amore

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 Soffro per amore. Aspetti psicologici e ormonali del “Mal d’amore”

 

“Soffro per amore. Si può curare la sofferenza anche senza una pastiglia, l’esercizio fisico può aumentare i livelli di dopamina, il contatto fisico e l’interazione sociale possono aumentare l’ossitocina”. Anche tu hai detto “soffro per amore”?  Esistono cure per il mal d’amore? La scienza offre delle soluzioni, ma i farmaci hanno sempre le loro controindicazioni. Confrontando il cervello di 20 persone in preda alle pene d’amore con quello di 20 soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo è  emerso che entrambi i con quello di 20 soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo è  emerso che entrambi i gruppi avevano “bassi livelli di una proteina che trasporta la serotonina – un ormone coinvolto nella regolazione dell’umore – intorno al cervello”. Lo ha rivelato una ricerca condotta su chi dice “soffro per amore” da Donatella Marazziti, professore di Psichiatria all’Università  di Pisa, citata in un articolo pubblicato su newscientist.com. Lo studio è stato ripetuto dopo un anno sul gruppo degli amanti sofferenti, “mostrando che i livelli di serotonina erano accresciuti e che, allo stesso tempo, queste persone non segnalavano più un’attenzione ossessiva sui loro partner”. Quindi, “se i farmaci che aumentano la serotonina possono offrire sollievo alle persone con disturbo ossessivo-compulsivo, sarebbe ragionevole pensare che potrebbero contribuire anche a smorzare i sentimenti di desiderio. Questi farmaci- si legge nell’articolo- comprendono gli antidepressivi chiamati inibitori della ricaptazione della serotonina, noti per smussare le emozioni estreme e rendere più difficile la formazione di legami romantici. Un effetto collaterale indesiderato per le persone affette da depressione, ma che potrebbe essere ben accolto da quanti cercano di staccarsi da qualcuno, o che dicono “soffro per amore””.

 

 

Anche voi avete detto qualche volta “soffro per amore”?

Vi è mai venuto in mente di curare il “mal d’amore” tramite una somministrazione di ormoni? No? Meglio per voi. Vuol dire che ancora conservatela speranza di non essere solo un apparato meccanico e idraulico, governato da impulsi elettrici e mediatori chimici. Noi non siamo il nostro corpo ( e nemmeno la nostra mente, ma di questo parleremo in un’altra occasione).

Noi siamo la somma di molteplici  ingredienti e fattori che determinano il nostro carattere e la nostra filosofia di vita.

Quali sono i fattori? Vediamoli insieme.

Fattori idraulici

Quasi tutte le informazioni disponibili fino a poco tempo fa stimavano che la quantità di acqua presente nel copro umano si aggirasse  tra il 60% e il 70%.  Con variazioni dettate dalle condizioni fisiche e dell’età. Secondo recenti studi effettuati da Gerald Pollack, professore di Bioingegneria presso l’Università di Washington, il contenuto di acqua reale può arrivare fino al 99%. Avete mai dubitato dell’influenza del vostro sistema idraulico sulla formazione del vostro carattere, della vostra filosofia di vita, e sulla vostra affermazione “soffro per amore”? Se l’avete fatto avete trascurato un fattore importante.

Fattori elettrici

La sinapsi è una struttura altamente specializzata che consente la comunicazione delle cellule del tessuto nervoso (neuroni) tra loro o con altre cellule (cellule muscolari, sensoriali o ghiandole endocrine). Attraverso la trasmissione sinaptica, l’impulso nervoso può viaggiare da un neurone all’altro o da un neurone ad una fibra (per esempio una fibra muscolare). I neuroni comunicano usando sia segnali elettrici sia segnali chimici. Sono anch’essi implicati nella trasmissione dei messaggi “sono felice per amore” o  “soffro per amore”

Fattori chimici

Enzimi, vitamine, ormoni. Sono i mediatori chimici.

Soffro per amore. Fattori chimici e ormonaliLE VITAMINE. Le vitamine sono sostanze con funzioni di biolocalizzatori, indispensabili in quantità minima perché il metabolismo di un organismo si svolga in modo regolare.

GLI ORMONI. Gli ormoni (dalla lingua greca όρμάω : “mettere in movimento”) sono sostanze endogene (prodotte dal corpo)  che regolano i processi fisiologici. Funzionano come messaggeri, coordinando le diverse attività dell’organismo.  Vengono prodotti dalle ghiandole endocrine: endocrino (da endo = dentro e crino = verso) significa che l’elaborato chimico di queste ghiandole, e cioè gli ormoni, viene riversato non all’esterno (come per esempio nel caso delle ghiandole salivari) ma direttamente nel sangue, raggiungendo tramite questo organi e tessuti.

Gli ENZIMI. Gli enzimi sono particolari proteine che hanno la caratteristica di essere catalizzatori biologici: come tutti i catalizzatori, anche gli enzimi permettono una riduzione dell’energia di attivazione (Ea) di una reazione, accelerando in modo consistente la sua velocità. La maggior parte delle reazioni biologiche catalizzate da enzimi hanno una velocità superiore di milioni di volte alla velocità che avrebbero senza alcun catalizzatore.  La rete del metabolismo cellulare, e il suo corrett funzionamento,  dipende dunque dal set di enzimi funzionali presenti.

Fattori biomeccanici

La biomeccanica è quella parte della biofisica che studia la struttura e la funzione dei sistemi biologici mediante i metodi della meccanica. Contribuisce alla ricerca sulla morfologia e la fisiologia degli apparati scheletrico e circolatorio del corpo umano, applicando a questi i risultati della meccanica, rispettivamente, dei solidi e dei fluidi. La biomeccanica contribuisce a determinare il modo in cui il nostro corpo si colloca e si muove nello spazio. E questo influisce sulla determinazione del senso di Sè’, e del carattere. Sulla capacità di dire a se stessi: “l’amore è la mia medicina”, o “soffro per amore”.

Fattori  genetici

Un solo esempio. Un recente studio scientifico condotto su 1.400 coppie di gemelli suggerisce che l’insonnia durante l’infanzia e l’adolescenza può essere parzialmente spiegata da fattori genetici.  Se sei il bambino, dormire o non dormire fa la differenza. Se sei il genitore, fa la differenza anche per te. Dici “soffro per amore” e non ci dormi sopra? Pensaci.

Fattori ambientali

Nascere in un campo minato, in una foresta tropicale, in una slum o sotto la ruota panoramica sulla Riesenradplatz di Vienna fa la differenza.

Fattori relazionali

Nascere e crescere sentendosi amati e desiderati, oppure disprezzati e denigrati fa la differenza. Semplice, no? E fa  la differenza anche quando crei le condizioni emotive, mentali e relazionali che ti portano a dire “soffro per amore”.

 

SOFFRO PER AMORE. FATTORI PSICOLOGICI CHE DETERMINANO LA FILOSOFIA DI VITA. E IL RAPPORTO CON L’AMORE

Soffro per amore. Fattori psicologici e filosoficiFattori mentali

Noi non siamo la nostra mente. Ma la mente tende ad essere pervasiva, onnipresente, ingombrante. Tenta, e spesso ci riesce, di assumere il controllo, spacciarsi per il depositario della nostra identità. Noi non siamo i pensieri che attraversano la nostra  mente, come il cielo non è le nuvole che lo attraversano.  Semplice no? Per niente. La maggior parte delle persone vive trascinata dalle nuvole, come dal proprio cane quando lo portano a passeggiare. Hai detto “soffro per amore”? Non stai più guidando la tua vita. Ti stai facendo portare.

Fattori emotivi

Le emozioni vengono generalmente distinte in emozioni primarie (o di base) e in emozioni  complesse; alle emozioni primarie viene riconosciuto un fondamento biologico. Le emozioni complesse derivano dalle primarie ma la loro espressioni risulta fortemente condizionata dall’esperienza vitale. (Legrenzi, 1994).

Le emozioni primarie o di base sono:

Rabbia: originata dalla frustrazione; può esprimersi attraverso comportamenti aggressivi.

Paura: emozione generata dall’istinto di sopravvivenza e scatenata dal fatto di trovarsi di fronte ad una situaizone pericolosa (reale o immaginaria.

Tristezza: emozione che consegue alla percezione di un senso di perdita, di mancato raggiungimento di uno scopo o di desiderio non appagato.

Gioia: stato d’animo di carattere positivo proprio di chi ritiene momentaneamente appagato un proprio desiderio.

Sorpresa: emozione che scaturisce in presenza di un evento inaspettato; può tradursi in paura o gioia.

Disprezzo: sentimento e atteggiamento di chi ritiene una persona o una cosa estremamente inferiore a sé, di nessun valore, o comunque indegna della propria stima e considerazione.

Disgusto: risposta di repulsione  e allontanamento, desiderio  desiderio di allontanarsi da un oggetto, una persona o un’idea. Può essere associato ad una manifestazione fisiologica di nausea.

Le emozioni secondarie derivano da combinazioni personali delle emozioni primarie con specifiche caratteristiche e attitudini della persona, connesse alla sua storia individuale, ai principi morali, all’ambiente, ai fattori sociali e relazionali.

Le emozioni secondarie sono:

allegria, invidia, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, perdono, offesa, nostalgia, rimorso e delusione.

 

Tutti questi fattori contribuiscono a creare la nostra “filosofia di vita”.

La cattiva notizia è che se sbagliamo filosofia di vita, la vita diventa facilmente un inferno.

La buona notizia è che la filosofia di vita è in perenne divenire. Non ce l’hanno data una volta per tutte, e possiamo perennemente modificarla. Inizia oggi a lavorare su questo.

 


SE ANCHE TU HAI DETTO “SOFFRO PER AMORE”

Parti  da questa semplice considerazione. Il “male d’amore”, nelle sue forme più perniciose e devastanti,  non è una maledizione ineludibile, non è un male necessario, non è un male incurabile. È principalmente l’esito di un formidabile equivoco, che ti porti dietro da molto tempo.

Come nelle favole. È come se una strega o un mago cattivo abbiano lanciato una maledizione sulla testa di un essere umano, nel momento in cui era più fragile e indifeso, quando era bambino: 

“tu non conoscerai il desiderio dell’amore; tu conoscerai solo il bisogno straziante di qualcosa, e non sapendo come chiamarlo, lo chiamerai amore”.

 

È il momento a partire dal quale  la vita assegna un essere umano ad un girone: il girone infernale di coloro che dicono “soffro per amore”.

 

COMPRENDERE  LA DIFFERENZA TRA DESIDERIO E BISOGNO

De/siderio.

Il desiderio è antico quanto l’umanità. È nato nel corso della prima notte in cui il primo uomo sulla terra ha sollevato gli occhi verso il cielo ed è rimasto senza fiato. Là dove solo fino alla notte precedente la volta celeste appariva costellata di fuochi e luci, lo sguardo non ha incontrato altro che oscurità. Era la prima notte nuvolosa del primo uomo sulla terra. La prima notte senza stelle.

De/siderio significa “cielo privo di stelle”. Dal latino DE (prefisso con valore privativo) e SIDERA (stelle). E’ il ricordo di un cielo pieno di stelle. E’ la percezione di un’assenza; accompagnata da un senso di dolcezza, di struggimento, di nostalgia. E dalla certezza che la vita continuerà a fare il suo corso.

Bisogno

È una necessità, un impedimento. È una cosa che preme, molesta, trattiene, ostruisce. Ha carattere primario: il bisogno è relativo alla sopravvivenza. Respirare, bere, eliminare le sostanza tossiche, dormire, mantenere l’omeostasi, mangiare. Sono bisogni che hanno carattere di impellenza. Non soddisfarli significa morire: “soffro per amore, non posso convivere con questo; ne morirò”.

Rifletti bene. Qual è per te il tuo rapporto con l’amore? Rientra nella sfera del desiderio o del bisogno? E hai riflettuto sulle espressioni “morire d’amore”, “morire per amore”, “uccidere per amore”, “soffro per amore”?

 

Inizia adesso. A crescere, a maturare, a compiere il tuo processo evolutivo. Cambia la tua “filosofia di vita”. Cambierà la qualità della tua vita, e cambierà la qualità dei tuoi rapporti d’amore.

Nel frattempo, se sei stanco di dire “soffro per amore” e  davvero vuoi innalzare il livello di serotonina (“l’ormone del benessere e del buon umore”)  parti da qui.

 


Adriano Legacci


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