SUPERVISIONE PSICOTERAPEUTI PADOVA. TRAMITE SKYPE
SUPERVISIONE PSICOTERAPEUTI PADOVA AD ORIENTAMENTO PSICOANALITICO. SKYPE
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Incontri settimanali di supervisione in gruppo tramite Skype per psicoterapeuti ad orientamento psicoanalitico.
SUPERVISORI:
Adriano Legacci, psicologo psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico
Elisabetta Marchiori, psichiatra, psicoanalista SPI
Puoi richiedere informazioni tramite il modulo di contatto o chiamando direttamente il numero 393. 99 7 88 22
La pratica della supervisione viene comunemente utilizzata nell’ambito dell’esercizio della professione di psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista; così come nell’ambito di altre professioni relative all’assistenza sanitaria e all’aiuto interpersonale.
La supervisione, così come anche nell’approccio di “Supervisione Psicoterapeuti Padova”, consiste nell’incontro regolare e costante tra un tutor esperto e anziano e un collega in formazione per discutere casi clinici.
Nella pratica psicoanalitica la supervisione ha un’origine antica quanto la nascita della psicoanalisi stessa. Allievi in training e in formazione discutono i casi dei loro pazienti con tutor anziani, al fine di migliorare la profilazione diagnostica e la pratica terapeutica. Nella pratica della supervisione analitica, grande attenzione viene posta all’esame del vissuto e delle emozioni dell’allievo nel corso del trattamento del proprio paziente.
Nel più generico settore della psicologia e della psicoterapia, e in tempi più recenti, Peter Hawkins (1985) ha sviluppato un modello di processo integrativo che viene utilizzato a livello internazionale in una varietà di professioni di aiuto ed è conosciuto come “Seven Eyed Model of Supervision”. Il modello è stato successivamente integrato dallo stesso Peter Hawkins con l’ausilio di Robin Shohet, Judy Ryde e Joan Wilmot sfociando nel testo “Supervision in the Helping Professions” (Supervisione nelle professioni di aiuto) (1989, 2000 e 2006 e 2012) e con Nick Smith in “Coaching, Mentoring and organisational Consultancy: Supervision and Development” (Coaching, Mentoring e Consulenza organizzativa: supervisione e sviluppo) (2006 e 2013). Tale modello viene attualmente insegnato presso molti corsi tenuti da Centri di Supervisione e Team di Sviluppo a livello internazionale.
F. Inskipp e B. Proctor (“Fundamental Themes in Clinical Supervision“) (1993, 1995) hanno sviluppato un approccio basato sugli elementi normativi, formativi e restaurativi del rapporto tra supervisore e supervisionato.
Principalmente utilizzato nella pratica della psicoterapia breve, il modello -fondandosi sulle teorie originarie di Steve de Shazer e Insso Kim Berg- predilige un approccio basato sulla soluzione immediata di un problema focale; fa ricorso a concetti quali “la rispettosa curiosità”, “il futuro auspicato”, “il riconoscimento dei punti di forza e delle risorse” e fa uso di scale metriche di valutazione per verificare lo stato di avanzamento e di progresso degli allievi.
SUPERVISIONE PSICOTERAPEUTI PADOVA. APPROCCI TEORICI E LIVELLI OPERATIVI
Esistono numerosi approcci teorici alla pratica della supervisione, ognuno dei quali deriva da diversi filoni storici di pensiero. Anche presso “Supervisione Psicoterapeuti Padova” abbiamo il nostro.
Tutti modelli si fondano su un denominatore comune:
il supervisore non è solo responsabile della pratica clinica dell’allievo, ma si fa carico della sua formazione ed evoluzione, personale e professionale – essendo i piani strettamente collegati.
Rientrano in tale ambito la ricerca di adeguate soluzioni nella gestione del carico lavorativo e nella precisa identificazione delle proprie competenze. Questo può includere la discussione e la valutazione dei ruoli, il modo in cui il fattore umano possa incidere nell’adozione di teorie e prassi operative, la risoluzione di casi complessi, la consapevolezza degli aspetti sistemici connessi al lavoro in team. Anche di questo ci occupiamo presso il Centro “Supervisione Psicoterapeuti Padova”.
In qualsiasi momento in supervisione ci sono molti livelli operativi. Ogni setting di supervisione coinvolge almeno quattro elementi:
un supervisore, uno psicoterapeuta, un paziente, un contesto di lavoro.
Di questi quattro enti, di solito solo il supervisore e il terapeuta sono direttamente presenti nella seduta di supervisione. Tuttavia il paziente e il contesto di lavoro sono perennemente presenti nel campo di lavoro, sia nella percezione conscia del supervisore e del terapeuta, sia sul piano fantasmatico e inconscio dei due operatori.
SUPERVISIONE PSICOTERAPEUTI PADOVA. IL SETTING DI SUPERVISIONE.
In linea generale il setting di supervisione presso Supervisione Psicoterapeti Padova si fonda su alcuni fattori cardine e costitutivi:
- Definizione di un tempo operativo (almeno un’ora alla settimana, o ogni 15 giorni)
- Nessuna interruzione
- Precisa identificazione delle esigenze
- Valutazione di soddisfazione delle esigenze
I supervisori devono possedere le seguenti caratteristiche:
- Alto grado di formazione ed esperienza
- Buone doti comunicative
- Capacità di concentrazione
- Doti empatiche
- Accessibilità
La pratica della supervisione così come la intendiamo anche presso Supervisione Psicoterapeuti Padova dovrebbe idealmente comprendere:
- Informazione
- Supporto
- Valutazione
- Osservazione
- Formazione
- Educazione
SUPERVISIONE PSICOTERAPEUTI PADOVA. UN MODELLO POSSIBILE. IL MODELLO “SEVEN EYED”
Supervisione secondo il modello “Seven Eyed Model of Supervision” (doppia matrice).
Il Seven Eyed Model of Supervision è uno dei modelli più conosciuti ed utilizzati nell’ambito della formazione e della supervisione clinica.
Il modello prospetta 7 modalità suddivise in 2 matrici. Analizziamole nel dettaglio.
SEVEN EYED MODEL OF SUPERVISION: MATRICE UNO
la seduta di psicoterapia è riportata e discussa in supervisione.
Modalità 1: riflessione sul contenuto della seduta di terapia.
L’attenzione si concentra sui fenomeni della seduta maggiormente connessi al piano di realtà (come si presentano i pazienti, che cosa hanno scelto di condividere con il loro terapeuta, quale area della loro vita hanno voluto esplorare) e sul modo in cui il contenuto di questa sessione possa ricollegarsi al contenuto delle sessioni precedenti.
L’obiettivo di questa forma di supervisione è quello di porre il terapeuta nella condizione di mettere a fuoco gli aspetti salienti del profilo del paziente e delle sue aspettative.
Modalità 2: esplorazione delle strategie e degli interventi utilizzati dal terapeuta.
Il fuoco qui è sulle scelte di intervento da parte del terapeuta – non solo quali interventi sono stati scelti, ma anche quando e perché sono stati utilizzati. In tale contesto possono essere delineate strategie alternative e prospettate modifiche al tipo di intervento, tentando di prevederne gli esiti e le conseguenze nel tempo.
L’obiettivo principale di questa forma di supervisione dovrebbe essere quello di aumentare il range di scelte di intervento a disposizione del terapeuta, migliorando parallelemente il livello di competenza e adeguatezza degl interventi effettuati.
Modalità 3: esplorazione e approfondimento del processo di terapia e della qualità della relazione.
Particolare attenzione sarà rivolta a ciò che accade e che viene percepito, consciamente e inconsciamente, nel processo di terapia: come la seduta ha avuto inizio ed è terminata; gli eventi significativi della fase intermedia; le metafore, i simboli e le immagini emerse; i cambiamenti di voce e postura.
L’obiettivo principale di questa forma di supervisione è quello di mettere il terapeuta nella condizone di avere un maggior consapevolezza e una più profonda comprensione delle dinamiche connesse alla sua relazione con il paziente e all’intero processo terapeutico.
SEVEN EYED MODEL OF SUPERVISION: MATRICE DUE
il focus è posto sull’intero processo terapeutico e sul modo in cui esso viene elaborato e si riflette nel processo di supervsione.
Modalità 4: focus sul controtransfert del terapeuta.
Qui è importante concentrarsi sulle reazioni personali, sia conscie che inconscie, del terapeuta al paziente. E sul modo in cui tali reazioni possano influenzare il processo terapeutico. Il controtransfert può assumere molte e complesse connotazioni.
Modalità 5: focus sul processo “qui-e-ora” e sulla relazione supervisore – terapeuta, quale specchio del processo parallelo “là-e-allora” (relazione terapeuta – paziente).
Qui l’accento è posto sulla relazione nell’incontro tra i colleghi nel corso della supervisione al fine di esplorare il modo in cui, inconsciamente, le dinamiche della relazione terapeuta – paziente possano ripresentarsi nell’ambito della relazione supervisore – paziente. A titolo di esempio: se in maniera non percepita coscientemente dal terapeuta il paziente ha avuto finora verso di lui un atteggiamente “passivo- aggressivo”, il terapeuta stesso potrebbe ripetere tale modalità relazionale con il proprio supervisore, nel corso della discussione di quel particolare caso.
Modalità 6: focus sul controtransfert del supervisore.
Qui il supervisore presta soprattutto attenzione al proprio “qui-e-ora” nell’esperienza di supervisione. Un’attenzione ai sentimenti, ai pensieri, alle immagini e alle fantasie che il materiale portato in supervisione suscita in lui. Temi connessi al proprio paziente e non ancora arrivati alla consapevolezza del terapeuta possono emergere nel supervisore come sensazioni, stati d’animo, emozioni, fantasie e perfino somatizzazioni. Da tale processo di auto-analisi, il supervisore ricava indicazioni supplementari per la comprensione del caso e per modulare la guida del proprio allievo nel corso del processo di comprensione e apprendimento.
Modalità 7: focus sul contesto più ampio, l’ambiente e il sistema.
Anche se i sei modi fin qui delineati possono essere ritenuti descrittivi e comprensivi dei principali elementi interni connessi alla supervisione, un compiuto processo di supervisione deve includere l’analisi del contesto ambientale, e del sistema all’interno del quale operano le figure coinvolte. Il supervisore non può permettersi di agire come se il trio paziente – terapeuta – supervisore avesse un’esistenza propria, in una dimensione isolata. Ci sono codici professionali, deontologici ed etici, requisiti di organizzazione, costrizioni logistiche, così come i rapporti con altre agenzie ed enti coinvolti, in particolare nel caso di terapie svolte nel contesto dei servizi pubblici di assistenza. Tutti questi elementi devono essere inseriti nel quadro e tenuti in considerazione.
E’ naturalmente molto raro molto raro trovare un supervisore che si attenga rigidamente ad una di queste sette modalità nel corso della propria attività di monitoraggio. E’ evidente come una buona supervisione debba conservare un aspetto dinamico e sapersi muovere costantemente alternando, in momenti diversi, diverse modalità operative.
SUPERVISIONE PSICOTERAPEUTI PADOVA. DOMANDE FREQUENTI
Dove è possibile fare supervisione a Padova?
Presso il Centro “Supervisione Psicoterapeuti Padova” è possibile partecipare ad incontri settimanali di supervisione individuale, di gruppo e tra pari.
Con che frequenza è opportuno andare in supervisione?
Per un buon percorso di supervisione è suggeribile una frequenza, che conservi carattere di costanza e regolarità, almeno settimanale o quindicinale.
Tutti gli psicologi e gli psicoterapeuti vanno in supervisione?
A meno che non sia espressamente previsto dal piano di studi della propria Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, la supervisione non è obbligatoria. Resta una scelta personale e soggettiva, connessa all’orientamento teorico di riferimento e alle personali valutazioni deontologiche e aspirazioni di crescita umana e professionale.
È preferibile una supervisione individuale o di gruppo?
Sono entrambe eccellenti soluzioni. Nel primo caso il terapeuta in formazione può concentrarsi in maniera esclusiva e approfondita sullo studio della relazione con i propri pazienti. Nel secondo caso ha l’opportunità di estendere le proprie conoscenze tramite lo studio di molteplici casi e il confronto con metodologie e approcci diversi adottati da altri colleghi.





